Conclusioni


L’avventura che il viaggio porta inevitabilmente con se, consiste nel fatto che lasciare le proprie cose e le proprie case comporta sempre il rischio di porsi di fronte all’imprevedibile e ad al perturbante. In questo senso il viaggio assume anche la valenza di un cammino iniziatico che vede, al fianco dell’esperienza che si andrà ad esperie, la voglia di crescita e di cambiamento che possono suscitare dimensioni psichiche, emotive e creative delle quali non si aveva la benché minima percezione.

Il viaggio può quindi rappresentare la metafora dell’uomo, del sofferto recupero della sua identità e della conquista della sua crescita. Il viaggio può essere considerato come la vita stessa: viaggiare apre la mente, allarga i confini e conferma l’identità. Il viaggio può custodire un intenso potere terapeutico proprio nel significato originario del termine, dal greco Thepapèu: prendersi cura di. Ed è il viaggio che si prende cura di noi, nel momento stesso in cui decidiamo di intraprenderlo; è la decisione di affrontare l’incognita ed il rischio che il mettersi “sulla strada”comporta che lascia comprendere quanto sia prepotente ed importante la voglia di crescita e di cambiamento, quello stesso disperato desiderio che ci condurrà inevitabilmente alla nostra trasformazione.

Il viaggio prevede quindi che la prima e vera dimensione del viaggio stesso sia quella interiore e possedere la capacità fantastica ed immaginativa è la condizione necessaria per poter conferire un accettabile e congruo significato all’esperienza. Chi viaggia non fugge e non perde il contatto con la propria dimensione interna, anzi cerca di attivarla in continuazione con la consapevolezza che la vera essenza positiva dei suoi spostamenti è incastonata nella capacità che ha di attivare la sua dimensione di avventura mentale.

Il viaggio apre quindi alla possibilità del cambiamento; con le sue innumerevoli stimolazioni e situazioni nuove apre la via alla modificazione psicologica, emozionale e spirituale, ed in alcuni casi anche a quella fisica. Non si ritorna mai per essere come prima; apprezzare e rendere quindi “utile” viaggiare, confrontandosi con usanze e culture diverse prevede che il primo ed importantissimo viaggio sia compiuto all’interno di noi stessi. La voglia genuina e sincera di incontrare il nuovo e l’Altro caratterizzante il viaggio, prevede il principio che il primo Altro in assoluto siamo noi stessi. E’ in questo senso che  si può avviare, all’interno dell’esperienza di viaggio lontano dai nostri riferimenti, un cambiamento, un ampliamento dei propri confini che ci restituisca migliori e più ricchi di prima ed è infatti in questo senso che si può costruire la metafora secondo cui il viaggio dei viaggi, inteso nella sua simbologia psichica, è quello che lo psicoterapeuta ed il paziente decidono di affrontare assieme.

  • Viaggio ed Identità