approccio Umanistico


La psicologia umanistica è un indirizzo psicologico, sorto negli Stati Uniti, secondo il quale non sono le pulsioni istintuali a motivare il soggetto, ma piuttosto il bisogno di conoscere, di esprimersi, di relazioni gratificanti e di autorealizzazione. La definizione di “psicologia umanistica”, fu coniata nel 1962 da un gruppo di psicologi, guidati da Abraham Maslow, durante l’atto di fondazione dell’Associazione di Psicologia Umanistica, il cui programma prevedeva di “studiare le dinamiche emozionali e le caratteristiche comportamentali di un’esistenza umana piena e vitale”. La psicologia umanistica affonda le sue radici nella versione americana del romanticismo e nel pensiero del filosofo Ralph Waldo Emerson. Il manifesto della “Associazione di Psicologia Umanistica” prevedeva alcuni punti fondamentali:

  • L’elemento primario della psicoterapia è la persona, studiata nella sua interezza, oltreché l’esperienza e la comprensione, come oggetto e strumento di indagine, che relega in un ruolo secondario sia le interpretazioni, sia il comportamento manifesto.
  • In contrapposizione ad una visione dell’essere umano meccanicista e determinista, è necessario valorizzare l’autorealizzazione, la creatività, le scelte.
  • Valorizzazione della dignità della persona e dello sviluppo del suo potenziale latente.

Grazie all’iniziativa di Maslow e Rogers nacquero o aderirono nuove correnti psicoterapeutiche (rogersiana, gestaltica, bioenergetica, analisi transazionale) che, seppur diverse tra loro, serbavano un comune denominatore: l’attenzione sull’emozione e sull’esperienza.

Un’altra innovazione apportata dalla scuola umanistica consiste in un ampio uso della terapia di gruppo, del gruppo esperienziale e del gruppo d’incontro.